giovedì 15 aprile 2010

TERZA PUNTATA

LA MACCHINA DEL CAPO…

Mentre passeggiavo per le strade di Cluj (si, senza scorta, sono ancora a piede libero: non mi hanno arrestato, non volevano me, cercavano semplicemente due ragazzi della nostra associazione che avevano assistito a un tamponamento per una testimonianza in tribunale), mi sono imbattuto nella “scoala pentru deficenti de auz”. Mentre i miei simpatici lettori penseranno che avrei dovuto studiare lì (per la cronaca, deficienti de auz significa sordi, non ritardati terroni), io stavo mettendo a punto due riflessioni, la prima legata alle auto, la seconda alla televisione.

Cominciamo dall’auto, meglio se di lusso. Da queste parti infatti la macchina sembra essere un vero e proprio status-simbol, che denota chiaramente l’appartenenza a un ceto sociale alto. Questa evidenza sembra essere visibile e manifestarsi in vari ambiti della società romena.

Il manele per esempio, è un genere musicale molto in voga tra gli zingari. Il Manele sta ai romeni come il Grande Fratello agli intellettuali nostrani: è considerato trash e nessuno ammette di ascoltarlo/guardarlo ma è innegabile che lo si senta ovunque: radio, tv, automobili, bar (così come il Grande Fratello, benché non lo guardi nessuno, è giunto in Italia alla decima edizione registrando ogni settimana indici di share eclatanti). Sostanzialmente il manele propone melodie orecchiabili – ricalcano le sonorità mediterranee – e contenuti che spaziano dall’amore alla prosperità economica, passando ovviamente attraverso le belle auto. Alzi ora la mano chi non connette l’immagine degli zingari alle Mercedes e alle Bmw.

Il collegamento zingari – belle auto sembra essere semplicistico: anche sfogliando le pagine di Facebook, spesso si nota come in Romania – specie tra le gentil donzelle – vadano di moda pose ammiccanti su fiammanti fuoriserie e lussuose ammiraglie, meglio se con labbra in fuori e gambe ben in vista. Se Gigi Becali (presidente della Steaua Bucharest, proprietario terriero , padrone di una televisione ed Europarlamentare), tra le varie cose, è famoso per il suo Maybach, va ricordato che a Bucarest c’è un concessionario Ferrari dal 2008. Concessionario che ha venduto una cinquantina di auto in pochi mesi di attività (le aspettative più rosee prevedevano 20 auto in due anni) incassando circa 6 milioni di Euro (i prezzi delle auto andavano dai 144.000 ai 227.000 euro http://www.balcanicaucaso.org/ita/aree/Romania/Una-crisi-testarossa).

Durante una lezione di italiano si parlava di Romania. Gli studenti stavano elencando aspetti positivi e negativi del paese. A un tratto è saltato fuori che la Romania è un paese povero. Immediatamente però è stato ribattuto che la Romania non è un paese povero, ma che il reddito non è distribuito uniformemente: quante Lamborghini, Mercedes, Bentley ci sono a Bucarest? Ma anche a Cluj, infondo… Secondo i miei studenti quindi l’auto di lusso è un chiaro segno del benessere economico di una persona che, possedendola, dimostra l’appartenenza a un ceto sociale abbiente.

La seconda riflessione è invece collegata alla televisione nostrana e al periodo non certo roseo per i personaggi. Dopo Mosca e Santi Licheri, questa volta è toccato a Raimondo Vianello: mi è dispiaciuto leggere la notizia della scomparsa (benché non fosse esattamente giovanissimo). Lo ammiravo: era ironico, tagliente, intelligente ma sempre misurato, educato e dai modi gentili. Non so come facesse a rimanere sempre impassibile, dopo ogni battuta e di fronte a ogni situazione. Avrei pagato una fortuna per sapere come si è approcciato a San Pietro e per vedere questi – sicuramente, benché forse il ruolo gli imponga un certo contegno – sorridere di fronte a quest’ometto che – ne sono certo – sarà arrivato lassù con una copia della Gazzetta sottobraccio.

Il tempo crea eroi, cantava Vasco. E il tempo se li porta via. Pur non sentendomi un vecchio che muore di fronte alla tv, mi rendo conto che se ne stanno andando molti dei personaggi mediatici che mi hanno accompagnato nella crescita. Benché il post-modernismo e la memoria dei media mescolino continuamente le carte, anche questi fatti contribuiscono a far capire che il tempo – ahimé – passa inesorabile...

E il tempo di questa puntata è giust’appunto finito. Sicché mi tocca dar appuntamento alla prossima. Saluti e baci!

Nessun commento: