martedì 13 aprile 2010

SECONDA PUNTATA

INDOVINA CHI VIENE A CENA…

Una miriade di notai, dozzine di avvocati e uno studio di medicina stomatologica e dentistica ogni tre passi. Il viandante italico non può non incuriosirsi di fronte alle attività economiche clujane. Anche perché l’unico anello di congiunzione tra le tre attività sembra essere rappresentato dai picchiatori (che ti fracassano i denti per cui si va dagli avvocati). Curioso che i dentisti abbiano variopinte insegne, spesso al neon, con denti disegnati in tutte le forme. Siamo arrivati al marketing dentistico? Può darsi.

Da giovedì, per uno strano scherzo del destino, l’acqua calda ha smesso di transitare nelle tubature di casa nostra. Giovedì sera mancava anche il gas per cucinare. Ieri – per tutto il pomeriggio – è saltata la corrente. Chi vive qua da un po’ ammette che “l’impiantistica non è il loro forte”. A Cluj come a Belgrado, internet arriva “via cavo”, cioè apri la finestra e un cavo ti porta internet. Diciamo che Cluj ricorda Siena al contrario, nel senso che un fascione enorme di cavi corrono lungo praticamente tutte le strade cittadine. Per capire quanto sia importante una strada, bisogna analizzare quanto ampio sia il fascio di cavi.

Ieri sera verso le otto sono arrivati due tecnici a risolverci il problema. Aprono il quadro elettrico e si ritrovano di fronte a una trentina di valvole, disposte su tre linee. Dei tre piani di casa, solo il semi-interrato e l’ingresso hanno corrente. Il primo sale sulla scaletta e gira tre valvole. Funziona? No. Ne gira un’altra, poi ne ripone una in posizione originale. Funziona? No. Con un colpo di mano ne gira altre tre, poi due. Funziona? No. Inizia a smadonnare. Guarda che non stiamo giocando a Master Mind, che devi indovinare la composizione. Si avvicina Marta e chiede: ma si sa qual è il problema? Si, Marta, il problema mi sa che l’hanno capito – non c’è luce - secondo me il casino ora è trovar la soluzione.

Marius – tuttofare romeno regista della casa – gli spiega che sulla porticina c’è uno schema con la spiegazione delle valvole. Il secondo ragazzo ha un colpo di genio, va verso il furgone e torna con una pila per leggere lo schema. Mentre carica la pila a manovella, Andreea e Isa si scompisciano dalle risate: Andreea e Isa sono due volontarie romene che hanno la grinta di un pero, la loquacità di un melo e l’allegria di un salice piangente. Evidentemente il regno vegetale trova divertente il ricaricare la pila con la manovella. Nel frattempo, con l’aiuto di Marius, i due capiscono che si tratta di un quadro elettrico. Il primo ometto fa presente che in pochi minuti comincia il posticipo tra Steaua e Iasi, per cui bisogna trovare una soluzione in tempi rapidi. Non sapendo dove metter mano, si fa da parte e chiama Sergio. Gli spiega che si trova di fronte a un quadro elettrico e che non c’è luce. Che può essere? Il secondo intanto sta smontando e ripulendo le valvole. Sergio si sbizzarrisce con ipotesi e contro-ipotesi, l’ometto ripete “si può darsi”, finché si arriva ai saluti e ai ringraziamenti.

A un tratto l’operaio operoso pesca il jolly: dev’esserci un altro quadro elettrico, che esiste ed è fuori dalla porta. Due operai a lavoro e sette ragazzotti a guardarli. Ci vorrebbero i pop corn, ma il micro-onde non funziona, per cui si guarda benissimo così. In pochi minuti, il secondo quadro elettrico è aperto e il problema risolto. La valvola principale era danneggiata. I due tecnici fanno presente che l’impiantistica è vecchia e che la ristrutturazione della casa è solo esteriore. Per uno strano scherzo del destino, al primo piano funzionano solo le prese ma non i lampadari, al secondo invece il contrario. Breve ulteriore smadonnamento e via a ripulire e riggirare le restanti valvole. Si inizia a parlare di Italia, di Bucharest e della Casa del Popolo costruita da Ceausescu. Prima del congedo, il capolavoro.

“Hai sentito della Polonia?” chiede il primo tecnico. “Si”, risponde Marius. “Bene: mi spieghi perché queste cose non succedono a noi?”. Sorrisi e saluti vari. Anche perché la luce è tornata, fortunatamente prima che il cibo presente in congelatore si scongelasse del tutto.

Dopo una serata così, in compagnia degli elettricisti, non si può non aspettare con ansia l’arrivo dei tecnici del gas. E’ mattina, sto bevendo il tè, sono sveglio da poco. Bussano alla porta della cucina, mi giro “buna dimineata”, mi dicono. Loro sono due ometti vestiti in borghese. “Buna dimineata” rispondo, preparandomi a dire che la caldaia è al piano di sotto. Uno dei due mi mostra il tesserino e mi dice “Polizia”.

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